Era pronto ad annunciare alla sua comunità che la croce rubata dalla chiesa nei primi anni Settanta sarebbe presto ritornata a casa, ma è stato preceduto dal sottosegretario Vittorio Sgarbi, che più veloce sui social, ha comunicato la lieta novella con un post. «L’antica croce di Mandas torna a casa. La proprietà, grazie all’interlocuzione dell’avvocato Renzo Persico, ha appena comunicato ufficialmente la restituzione della croce a Mandas. Sotheby’s ha autorizzato la spedizione per il rientro dell’importante opera d’arte sarda del 1636. Rientro programmato per la settimana dall’8 al 13 gennaio 2024». Un lieto fine per una storia che, a dirla tutta, era stata quasi dimenticata. A raccontarlo è lo stesso sindaco di Mandas, Umberto Oppus. «La croce era stata rubata dalla chiesa parrocchiale, se non erro, nel 1971 – racconta –. Ma tolta l’indignazione di quei giorni, della sua esistenza se ne erano perse le tracce anche nella memoria».
Fino a un mese fa, circa, quando due ragazzi della curia arcivescovile hanno scovato questa croce su Sotheby’s all’asta. «Mi hanno contattato per sapere se a me risultava qualcosa di questa croce commissionata nel 1636 dal reverendo Sisinnio Putzu – racconta ancora Oppus –. Subito ho fatto delle ricerche in archivio e sono venuto a sapere che una croce di quell’anno era stata rubata negli anni Settanta. L’indomani mattina ho tolto la giacca da storico e ho indossato quella da sindaco. Ho scritto a tutti. Compreso il nostro cittadino onorario, l’avvocato Renzo Persico, presidente del Consorzio Costa Smeralda, che ha immediatamente attivato le sue amicizie a livello internazionale. E tramite lui siamo arrivati direttamente a Sotheby’s che ha giustamente bloccato l’asta». Oppus loda l’atteggiamento della casa d’aste britannica. «Sono stati molto cortesi, ci hanno chiesto la documentazione sulla croce, compresa una fotografia. Io ne ho trovato una in un vecchio calendario e ho potuto dimostrare che era la stessa». La vicenda si è chiusa con il pagamento a Sotheby’s – l’ultimo acquirente ha dimostrato la sua buona fede – di 7mila euro, Iva compresa. «Devo ringraziare il presidente della Fondazione di Sardegna, Giacomo Spissu, che quando si è reso conto del valore della croce ha subito messo a disposizione 10mila euro, sufficienti per acquisto, trasporto e restauro. Nel frattempo il Comune ha concesso il contributo alla parrocchia, di modo che – conclude – risulti che la croce sia acquistata da essa e possa così rientrare nel patrimonio parrocchiale».
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