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Il Decreto Coesione (convertito in legge lo scorso 4 luglio) ha introdotto una nuova misura, Resto al Sud 2.0, finalizzata ad incentivare la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali nelle regioni del Mezzogiorno d’Italia (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia). Il finanziamento prevede sia contributi a fondo perduto fino al 75% delle spese ammissibili, sia voucher fino a 50 mila euro per l’acquisto di beni e servizi innovativi.
In attesa del decreto interministeriale che definirà i termini, i criteri e le modalità di accesso alla misura, vediamo quali sono i soggetti beneficiari, gli strumenti finanziari disponibili e i progetti di investimento finanziabili.
Chi può beneficiare di Resto al Sud 2.0
La misura è rivolta a giovani sotto i 35 anni residenti in una delle regioni del Sud Italia, e che si trovano in una delle seguenti condizioni:
- giovani inoccupati, inattivi e disoccupati
- disoccupati beneficiari di programma di politica attiva (come il programma GOL)
- giovani in condizioni di marginalità (come definito dal Piano nazionale Giovani, Donne e Lavoro 2021-2027).
I soggetti beneficiari possono accedere ai finanziamenti per avviare attività di lavoro autonomo, imprenditoriale e libero-professionale, sia individualmente che collettivamente.
Quali sono i finanziamenti previsti
Resto al Sud 2.0 prevede due strumenti finanziari:
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Contributi a fondo perduto fino al 75%, per programmi di spesa non superiori a 120 mila euro, oppure fino al 70%, per programmi di spesa compresi tra 120 mila euro e 200 mila euro.
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Voucher di avvio fino a 40 mila euro per l’acquisto di beni, strumenti e servizi necessari. Se si effettua l’acquisto di beni e servizi innovativi, tecnologici e digitali, o di beni volti a promuovere la sostenibilità ambientale o il risparmio energetico, il voucher può coprire fino a un massimo di 50 mila euro.
Resto al Sud 2.0: le spese finanziabili
Le risorse disponibili verranno stanziate per sostenere la nascita, la crescita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali. Nello specifico, sono ammissibili a finanziamento le seguenti iniziative:
- Investimenti necessari per l’avvio delle nuove attività. Sono ammissibili, quindi, le spese sostenute per l’acquisto di beni e servizi essenziali, incluse tecnologie avanzate, strumenti digitali, e altre soluzioni volte a garantire la sostenibilità ambientale o il risparmio energetico.
- Iniziative di tutoraggio, per aumentare le competenze e supportare i beneficiari nella realizzazione delle loro iniziative.
- Servizi di formazione e supporto alla progettazione.
Fondi disponibili e modalità di accesso
La misura è finanziata con un limite di spesa di 49,5 milioni di euro per il 2024 e 445,5 milioni di euro per il 2025. Le domande di accesso ai finanziamenti saranno gestite da Invitalia. Un decreto interministeriale, che verrà emanato entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione (ossia entro 30 giorni dal 7 luglio), definirà i termini, le modalità di presentazione delle istanze, nonché i criteri di valutazione dei progetti di investimento.
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