Il reddito energetico nazionale è stato un successo a tutti gli effetti. Nell’arco di poco meno di 24 ore sono stati esauriti gli 80 milioni di euro messi a disposizione. A far la parte del leone sono state principalmente le regioni del Sud Italia. A renderlo noto, attraverso un comunicato stampa, sono stati direttamente il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetici (MASE) e il Gestore dei Servizi energetici (GSE).
L’interesse per il fotovoltaico residenziale rimane vivo: a mostrarlo, al netto di eventuali rinunce e degli ovvi controlli, è il successo del reddito energetico nazionale del 2024. La misura, è bene ricordarlo, è nata nel 2019: in un primo momento era uno strumento regionale, che aveva lo scopo di contrastare la povertà energetica. In seguito è entrato a pieno titolo nel cuore delle famiglie di tutto il paese.
Reddito energetico nazionale, un po’ di storia
Pioniere nel reddito energetico è stato il Comune di Porto Torres in Sardegna, dove è stato realizzato un progetto fortemente voluto dal sindaco pentastellato Sean Wheeler, che si era prefissato un obiettivo ben preciso: costruire un percorso sociale attraverso il quale rilanciare economicamente il territorio. Per farlo si sarebbero dotate le famiglie in difficoltà di pannelli solari gratuiti.
Fin dal primo momento, il reddito energetico si è dimostrato un’iniziativa di successo, tanto da convincere anche le altre Regioni ad applicare lo stesso strumento. Il Governo Conte ha poi studiato un meccanismo analogo che potesse essere applicato a livello nazionale. Prima che l’idea potesse diventare realtà, però, ci sono voluti diversi anni. Anche perché, nel frattempo, il Governo è cambiato e c’è stato un rimpasto delle funzioni ministeriali.
Ora come ora, invece, appare sufficientemente chiaro che l’intuizione avuta dal Comune di Porto Torres costituisce uno strumento importante per alleviare la povertà energetica. Considerando che quando il reddito energetico era stato studiato a livello locale si era ancora lontani dal caro bollette. Opinione senza dubbio condivisa da Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente, che ha spiegato che:
“Lo strumento ha avuto un buon impatto e si rivelerà molto utile; in chiave economica ed energetica per le famiglie che lo hanno scelto, ma anche più in generale verso i nostri obiettivi di crescita delle rinnovabili sul territorio”.
Reddito energetico nazionale, i numeri
Ma vediamo un po’ i numeri di questo successo. Il GSE ha fornito una serie di numeri dai quali emerge che le domande sono arrivate prevalentemente da alcune regioni, che hanno saturato il budget messo a disposizione per il Mezzogiorno. Nello specifico stiamo parlando di:
- Abruzzo;
- Basilicata:
- Calabria;
- Campania;
- Molise;
- Puglia;
- Sicilia;
- Sardegna.
Complessivamente questi territori hanno richiesto 80 milioni su un totale di 100 milioni di euro. Da queste regioni sono arrivate 10.500 richieste di accesso agli incentivi relativi al reddito energetico nazionale. Ad ogni modo il portale del GSE continuerà a rimanere aperto: sono ancora da distribuire le risorse che sono destinate alle famiglie con un basso Isee nel resto d’Italia. Il budget previsto di 20 milioni è prenotato solo per un quarto (i dati sono aggiornati all’8 luglio 2024).
Per riuscire a comprendere quale sia l’andamento degli incentivi del reddito energetico nazionale è possibile consultare il Contatore del GSE, che rende note le risorse residue, suddividendole per zona geografica e in funzione delle richieste che sono state prenotate.
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