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La casa di via Saffi, quella in Sardegna e le quattro società con cui controllava diverse attività commerciali sempre in Via Saffi. Confermata anche in appello la misura di prevenzione patrimoniale ai danni di Ciro Cuomo, pregiudicato 64enne, da anni agli onori delle cronache bolognesi e definito il “ras di via Saffi”, dopo le indagini della Polizia e della Guardia di Finanza che hanno accertato la sproporzione tra redditi dichiarati e patrimonio accumulato.
I giudici del Tribunale di Bologna avevano già accolto in primo grado la proposta della procura e della Questura di Bologna: “Non v’erano dubbi – si legge nel decreto riportato da Libera Bologna – sul fatto che tutte le società in esame fossero riconducibili, al di là della formale intestazione a terzi, a Cuomo Ciro, vero e unico dominus“.
Un “convincimento che Cuomo avesse eletto la commissione di delitti lucro-genetici a vero e proprio sistema di vita – si legge nella nota – dalla ricettazione continuata commessa tra il 1993 e il 1995 di quadri, altre opere d’arte e orologi», ai «reati di furto e monete falsificate realizzati nel periodo dal marzo al novembre 2012, alla “reiterata ed elevatissima evasione fiscale di fine anni ’90 e inizio anni 2000”.
Per Libera la conferma anche in secondo grado W”è una notizia importante per la zona. Crediamo ci siano i presupposti per attendere con fiducia la conferma della Cassazione che farà diventare definitiva questa confisca” afferma il referente di Andrea Giagnorio, “con la speranza che poi la comunità stessa possa contribuire al riutilizzo sociale dell’eventuale nuovo bene confiscato, in modo tale che quest’ultimo sia in grado di rispondere ai tanti bisogni sociali del quartiere e della Città”.
Chi è Ciro Cuomo
64 anni, nipote di Gerardo, ovvero, il “re delle bionde”. Ha, a suo carico, indagini per bancarotta fraudolenta, spendita di denaro falso, estorsione, ricettazione, ma anche usura, oltraggio, resistenza e violenza a P.U., violazione dell’art.617 bis (installazione di impianti di intercettazione fuori dai casi previsti) e dell’art.513 Illecita concorrenza con minaccia o violenza.
Nato a Bologna, avrebbe esercitato un certo “controllo” sulla zona di via Saffi, dove vive. Nel 2021 è stato arrestato per bancarotta fraudolenta. In quell’occasione venne disposto il sequestro preventivo di vari bar e ristoranti a lui riconducibili, secondo gli investigatori. E fu proprio Libera Bologna a raccontare in un video la situazione di via Saffi, dopo l’arresto dell’imprenditore: “Si respira clima di paura e a volte di omertà. È un aspetto che ci fa molto riflettere sulla presenza della criminalità a Bologna e che stiamo cercando di far emergere”.
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