Limiti per il pignoramento di stipendio e pensione nel 2023: quali sono le regole per il nuovo anno? (scopri le ultime notizie su mutui e prestiti. Leggi su Telegram tutte le news sulla finanza personale. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Quali sono le condizioni, le nuove normative e i limiti per il pignoramento di stipendio e pensione nel 2023? Scopriamolo nell’approfondimento.
Indice
Limiti per il pignoramento di stipendio e pensione nel 2023: le nuove regole
Il pignoramento è uno dei procedimenti esecutivi più spiacevoli da subire se si è cattivi pagatori.
Un cattivo pagatore è chiunque, persona fisica o giuridica, si ritrovi ad essere inadempiente nella restituzione di un prestito o nel mancato pagamento di debiti fiscali.
In parole semplici: chi non paga una rata o è regolarmente in ritardo con i pagamenti, può essere considerato un cattivo pagatore. In questo articolo scoprirai per quanto tempo si può essere segnalati come cattivi pagatori.
Il pignoramento è un procedimento esecutivo con il quale un creditore (o l’Agenzia delle Entrate) fa valere la sua pretesa nei confronti di un debitore insolvente, parzialmente o completamente.
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Questa situazione può verificarsi se un debitore non ha adempiuto alla sua obbligazione anche dopo che è stato emesso un sollecito extra-giudiziale o addirittura un decreto ingiuntivo, che è un titolo esecutivo dal tribunale. Il creditore ha dunque a sua disposizione lo strumento del pignoramento per soddisfare il suo credito.
In generale, è sempre vantaggioso per un debitore non permettere che avvenga il pignoramento, perché le conseguenze negative possono essere molto spiacevoli.
Il pignoramento dello stipendio e della pensione, però, hanno dei limiti da rispettare.
Quali sono i limiti per il pignoramento di stipendio e pensione nel 2023?
Quando si hanno debiti nei confronti di alcuni istituti di credito, società finanziarie o dello Stato, si rischia il pignoramento non solo del conto corrente, ma anche degli oggetti che sono in casa, dello stipendio e/o della pensione.
Quando il debitore è un cattivo pagatore e resta insolvente viene emesso un decreto ingiuntivo e un precetto.
Il pignoramento può essere emesso anche nei confronti di un pensionato e quindi avendo ad oggetto la sua pensione.
In questo caso, però, la legge tutela il debitore stabilendo un minimo vitale che non può essere assolutamente pignorato.
La quota cambia di anno in anno, a seconda anche dell’inflazione; qual è il minimo vitale non pignorabile sulle pensioni per il 2023?
La normativa vigente prevede che, per il pignoramento delle pensioni, il limite sia il doppio della misura massima mensile prevista dall’assegno sociale, il quale è stato quantificato dal decreto Aiuti bis in 468,28 euro per 13 mensilità.
Questo significa che nel 2023 le pensioni saranno pignorabili solo per gli importi che superano i 936,56 euro mensili.
Qual è il minimo vitale per gli stipendi, invece? Non esiste un minimo vitale, ma c’è una regola ben precisa da seguire: il limite attuale per uno stipendio accreditato sul conto corrente, prevede che il pignoramento possa intaccare solo le somme che eccedono i 1.404,84 euro (ossia l’assegno sociale moltiplicato per tre).
Se invece il pignoramento dello stipendio avviene con notifica al datore di lavoro del debitore, costui, per legge, sarà obbligato a trattenere 1/5 dello stipendio e versarlo direttamente al creditore finché il debito non sarà saldato. Il quinto si calcola sul netto della retribuzione.
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Limiti per il pignoramento di stipendio e pensione nel 2023: come avviene il pignoramento del conto corrente?
Due sono le novità introdotte nel 2022 e valide anche quest’anno, per quanto riguarda il pignoramento del conto corrente, grazie ad una sentenza della Corte di Cassazione:
- il pignoramento di soldi dal un conto corrente è illegittimo qualora si basi su motivazioni generiche e non dettagliate;
- il pignoramento del conto corrente si applica anche a start-up, professionisti, consumatori, imprenditori agricoli.
Non appena la banca riceve la notifica del pignoramento, sottrae dal saldo sul conto l’importo indicato nell’atto di pignoramento.
Tali importi vengono accantonati dall’istituto di credito in vista dell’ordine del giudice che stabilirà gli importi spettanti al creditore. In quel frangente di tempo ti ritroverai con importi sottratti dal conto.
Come fare a sapere se un conto è pignorato? Non vi è altro modo di sapere se il proprio conto corrente è stato pignorato se non tramite notifica dell’atto di pignoramento o un estratto conto della banca, se hai un dubbio.
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Limiti per il pignoramento di stipendio e pensione nel 2023: come difendersi?
Limiti per il pignoramento di stipendio e pensione nel 2023. Il pignoramento può essere evitato. Se non è ancora iniziato, il debitore può agire “in via preventiva”, presentando appello. Sarà il giudice ad accogliere o meno la richiesta.
Se il debitore, invece, ha già ricevuto la notifica del precetto, potrà proporre opposizione anche a questo atto. Se il pignoramento è già iniziato, la sospensione può essere decisa solo dal giudice.
Il primo modo di ottenere una sospensione è accordarsi con i creditori. In questo modo si può fare richiesta di sospensione al giudice, che dovrà decidere entro 10 giorni.
La sospensione può essere disposta anche a seguito del deposito di un’opposizione per gravi motivi.
Se il pignoramento viene sospeso, nessun atto esecutivo può essere effettuato dagli ufficiali giudiziari. Decorso tale termine, può ricominciare il procedimento esecutivo.
Se la procedura non viene riassunta o proseguita nel termine perentorio stabilito dalla legge o dal giudice, si estingue.
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