L’estate italiana è sempre più cara. Nonostante l’inflazione viaggi su livelli decisamente più bassi rispetto agli anni passati, quest’anno andare in vacanza costa fino al 20% in più. E ad essere colpite dagli aumenti sono tutte le voci dei viaggi turistici, dagli alberghi e i bed and breakfast agli aerei, i treni e i traghetti. Mentre sono arrivate le nuove tasse contro il cosiddetto “turismo d’assalto”, con un ticket d’ingresso a Venezia, Capri che fa pagare chi sbarca e la maxi-Ztl a Firenze.
Il peso di questi aumenti non si abbatterà tanto sulle presenze straniere, previste da Assoturismo Confesercenti in rialzo del 2,5% rispetto a un anno fa, a quota 105 milioni. Ma avrà un effetto più rilevante sul turismo degli italiani. Le loro presenze turistiche nel Belpaese rimarranno ferme a quota 110 milioni, ancora non ai livelli pre-pandemia. E se alcuni possono o vogliono spendere di più, nel frattempo per gli economisti potrebbe crescere il numero di cittadini che non si può permettere una vacanza. Oltre i 9 milioni dell’estate dello scorso anno.
LE VOCI
Secondo un’analisi di Assoutenti e Crc, nella settimana di Ferragosto la spesa minima per un albergo in una località di mare quest’anno sarà del 19,6% più alta rispetto al 2023. Per una famiglia media con due bambini si va da un minimo di 872 euro a Bibione (in Veneto) a un massimo di 3.500 euro a Porto Cervo (in Sardegna). Altra nota dolente quella legata ai trasporti: la stessa famiglia che decide di spostarsi in traghetto, con auto al seguito, spende, acquistando oggi il biglietto di andata e ritorno, 1.274 euro per la tratta Genova-Porto Torres (+1,8% sul 2023), 1.094 euro per la Livorno-Olbia (+6,2%), 669 euro per la Napoli-Palermo (+7,2%). In media l’aumento è del 6,3% anno su anno, anche se si registra il calo del 7,4% per le tariffe nel collegamento Civitavecchia-Olbia.
E ancora, come anticipato da Il Messaggero lo scorso 8 giugno, i prezzi dei voli aerei crescono in media del 20%, con picchi anche del 68%. Volare da Roma a Cagliari, sempre a Ferragosto, costa in media 686 euro, il 20% in più rispetto a un anno fa. Quasi mille euro per andare da Milano a Brindisi, con un balzo del 15%. Tra Roma e Olbia, invece, si pagano 924 euro, il 15,5% in più.
Poi i costi per le spiagge. Tra ombrelloni, lettini e cabine, una famiglia media pagherà il 5% in più. Si va da 25 euro della Romagna ai 90 euro del Salento, fino a superare i 120 euro al giorno in alcune località della Sardegna. Più costoso anche mangiare nei ristoranti delle località di villeggiatura e nei lidi: gli aumenti medi su base annua si attestano al 3,5%.
Anche per i 15 milioni di italiani che si sposteranno per un vacanza a giugno, però, la situazione non è rosea. Gli aumenti rispetto allo stesso periodo del 2023 sono del: 7,8% per gli alberghi, 8,1% per b&b e treni e 20% per i pacchetti vacanza. Da qui la proposta al governo di Assoutenti, condivisa dalle altre associazioni dei consumatori, di individuare, per chi ha redditi bassi, una serie di servizi turistici a prezzi calmierati nelle principali località di villeggiatura.
LE CONSEGUENZE
Altro costo aggiuntivo, come detto, è quello delle tasse contro il turismo di massa. A Venezia ha debuttato lo scorso 25 aprile, Festa della Liberazione, il biglietto di ingresso di 5 euro. A Capri, invece, chi scende dal traghetto quest’anno ha sperimentato per la prima volta 5 euro di tassa di sbarco.
Parallelamente continua ad aumentare l’imposta di soggiorno. A Padova a luglio scatteranno incrementi di 50 centesimi al giorno per gli alberghi dalle tre stelle in su. Rincari estivi anche a Brescia, mentre a Roma la tassa di soggiorno è stata portata a dieci euro negli alberghi extralusso. Anche a Napoli le tariffe sono state riviste al rialzo nei mesi scorsi, e così a Milano. Infine a Firenze la nuova maxi-Ztl nel centro potrebbe essere utilizzata in futuro anche per tracciare i turisti giornalieri che arrivano in città ed, eventualmente, per fa pagare loro una sorta di “entry tax”.
«Con un inflazione che rallenta, ma non si azzera – secondo l’economista della Luiss Valentina Meliciani – gli italiani hanno meno possibilità di spendere per i cosiddetti “beni secondari”, tra cui le vacanze.
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