Affare fatto fra Blackstone e la Compagnia Reale Italiana. Il “mattone” della nobiltà milanese e lombarda passerà in mani americane. Lo ha deciso l’assemblea dei 331 soci di Reale riunita il 25 ottobre modificando lo Statuto della cassaforte immobiliare con oltre un secolo di storia alle spalle. Era l’ultimo nodo da risolvere: cambiare le regole interne per permettere la trasferibilità delle azioni una persona giuridica, come mai era stato fino ad oggi nella compagine proprietaria di Reale.
Blackstone, Compagnia Reale e il bonus da 10 milioni per Giancarlo Scotti
All’amministratore delegato Giancarlo Scotti, regista dell’operazione assieme all’amico fraterno Gerardo Braggiotti con Goldman Sachs, va un maxi bonus da 10 milioni di euro lordi, come anticipato da True-News, pari a 5 milioni e 350mila euro netti. Una cifra monstre che però non ha messo d’accordo tutti gli azionisti della Compagnia che ha in pancia immobili fra i più pregiati di Milano: da via Vincenzo Monti, a Corso Magenta passando per Montenapoleone. Il motivo della discordia? I piccoli azionisti esclusi dal patto di sindacato e dal “club deal” messo in piedi in questi mesi dal banchiere d’investimento Braggiotti per chiudere l’operazione, ancora non sanno quanto incasseranno di preciso dalla vendita delle loro quote nella società: si mormora 140-150 mila euro per azione. Ma l’accordo con Blackstone è stato per il momento tenuto riservato, come del resto l’intera trattiva con il fondo americano.
Il “mattone” della borghesia: Blackstone pronto a lanciare l’Opa
Si parla di oltre 1,1 miliardi di euro complessivamente, anche perché questi sono i valori del patrimonio iscritti a bilancio, ma la negoziazione è stata condotta sotto l’egida di un accordo di non divulgazione, nemmeno mostrato agli azionisti della Compagnia Reale in queste settimane. Ora i tempi sono rapidi: nella lettera inviata dal Presidente di Reale, Achille Balossi Restelli, ai soci lo scorso 24 settembre si parla come data limite del 2 novembre per l’ingresso di Blackstone con il 70% del capitale. E di un interesse a salire fino al 100% nelle settimane successive. Probabile invece che su questo fronte ci sia un’accelerata.
Gli azionisti e lo sconto fiscale entro il 15 novembre
Se la Consob non dovesse frapporre alcun ostacolo – ora che lo Statuto è stato modificato – entro pochi giorni, a inizio novembre potrebbe arrivare anche l’Offerta pubblica d’acquisto per l’intera Compagnia Reale. Una mossa che, a questo punto, piacerebbe anche ai piccoli azionisti che hanno tempo solo fino al 15 novembre. Si tratta della data X per la rivalutazione delle proprie partecipazioni societarie (o terreni) a cui applicare un regime fiscale sostitutivo dell’11% (al posto del 26%) sulla plusvalenza generata dalla vendita, come stabilito dal decreto Sostegni bis. Per molti di loro, peraltro, la plusvalenza è praticamente pari al prezzo di vendita, visto che si tratta di azioni tramandate in linea ereditaria per oltre un secolo.
Non è l’unica misura fiscale ad aver dato, forse, una svolta a questa storia di nobiltà lombarda che vende i propri “gioielli di famiglia” a uno dei campioni del capitalismo finanziario globale. Nella scorsa legge di Bilancio infatti era stata varato un emendamento (congiunto Lega-Pd) che permetteva alle società e alle imprese di rivalutare i propri attivi pagando una fee del 3% una tantum. Compagnia Reale ne ha approfittato, commissionando una perizia per la rivalutazione del patrimonio.
Compagnia Reale, 110 milioni di debito erariale
Il motivo? I valori degli immobili erano iscritti a costi “storici”, assolutamente scollegati da quello che è oggi il mercato immobiliare nella piazza di Milano. Una rivalutazione che però ha portato la società a caricarsi anche di debito erariale pari a 110 milioni di euro da saldare in tre rate uguali annuali entro il 2023 da 33 milioni ciascuna, finanziate grazie all’accordo con una banca della durata di 5 anni. Quando qualche socio lo ha scoperto, a luglio 2021 in sede di approvazione del bilancio, ha ritenuto di far notare come la società non sarebbe stata in grado di onorare quel debito con i propri flussi di cassa annuali. Tesi smentita tuttavia dallo stesso Giancarlo Scotti rispondendo quel giorno.
Rivalutazione degli attivi, la lettera sul Corriere della Sera
Come che sia, ora non importa più. Perché adesso il debito erariale se lo caricherà il compratore (Blackstone), evitando anche di incorrere nella prossima Legge di Bilancio del governo Draghi dove la misura fiscale potrebbe essere modificata o addirittura del tutto azzerata come si può leggere fra le righe: in un commento pubblicato sul Corriere della Sera apparentemente senza firma, dove invece svetta la foto e la didascalia del ministro dell’Economia Daniele Franco, la misura del “3%” è stata definita “sulla carta una mossa per rafforzare patrimonialmente le aziende in un momento di difficoltà, che si è invece trasformata in un regalo“. Stimando l’impatto dell’imposta sostitutiva sui conti pubblici come pari a 80 miliardi di euro di mancato gettito per lo Stato in 20 anni.
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