Una «truffa» all’Agenzia delle Entrate da oltre 6 milioni di euro.
È quella scoperta dalla Guardia di Finanza di Cagliari, che ha denunciato due coniugi che, in concorso tra loro, avrebbero generato e poi ceduto crediti di imposta inesistenti, legati ai ristori concessi per l’emergenza Covid-19.
I reati contestati sono quelli di indebita percezione di erogazioni pubbliche, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita e auto-riciclaggio.
LA “TRUFFA” – Secondo quanto appurato dalle indagini condotte dal 2° Nucleo Operativo Metropolitano di Cagliari, i due, approfittando delle misure introdotte per fronteggiare le conseguenze economiche legate alla pandemia, «avrebbero utilizzato più volte gli stessi contratti di locazione effettivamente posti in essere indicando importi di fantasia riuscendo in tal modo a truffare l’Agenzia delle Entrate quale ente erogante le risorse finanziarie».
I SEQUESTRI – Per questo, spiegano gli investigatori, nei giorni scorsi le Fiamme Gialle cagliaritane hanno dato esecuzione al decreto di perquisizione e sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente dei beni nella disponibilità degli indagati.
Si tratta di 4 immobili situati in Cagliari e provincia, tre imbarcazioni, 8 orologi Rolex, 8 penne Montblanc, 4 dispositivi elettronici “Apple, circa 14mila euro di quote societarie, cinque veicoli (fra cui 2 auto di lusso) e due moto, e disponibilità finanziarie per quasi 120mila euro.
IL SISTEMA – I benefici finanziari su cui si poggiava il sistema illecito, sottolinea la Guardia di Finanza, riguardavano il credito d’imposta riconosciuto per botteghe e negozi nonché i canoni di locazione degli immobili a uso non abitativo e affitto d’azienda.
«La normativa riconosce infatti ai soggetti esercenti attività d’impresa sia un credito d’imposta pari al 60% dell’ammontare del canone di locazione degli immobili, relativo al mese di marzo 2020, sia un ulteriore credito d’imposta commisurato all’ammontare dei canoni di locazione, leasing o concessione di immobili ad uso non abitativo, ovvero dei canoni dovuti in relazione a contratti di servizi a prestazioni complesse o di affitto d’azienda che comprendono almeno un immobile a uso non abitativo con riferimento a ciascuno dei mesi di marzo, aprile, maggio e giugno 2020. Crediti d’imposta che possono, in luogo dell’utilizzo diretto, essere ceduti ad altri soggetti, ivi inclusi istituti di credito e altri intermediari finanziari».
(Unioneonline/l.f.)
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